Audizione del minore vittima di reati sessuali: il Giudice può discostarsi dalle regole della Carta di Noto?

Audizione del minore vittima di reati sessuali: il Giudice può discostarsi dalle regole della Carta di Noto?
23 Febbraio 2017: Audizione del minore vittima di reati sessuali: il Giudice può discostarsi dalle regole della Carta di Noto? 23 Febbraio 2017

La c.d. Carta di Noto, redatta nel 1996 da un gruppo di avvocati, magistrati, psicologi, psichiatri, criminologi e medici legali, ha dettato le linee guida da seguire nelle attività professionali che coinvolgono minori presunti vittime di abusi sessuali. In altre parole, si tratta di suggerimenti diretti a garantire, nell’ambito del processo penale, l’attendibilità dei risultati degli accertamenti tecnici e la genuinità delle dichiarazioni rilasciate dal minore abusato, assicurando nel contempo a quest’ultimo un’adeguata protezione psicologica. Ma cosa succede se il Giudice, nella fase di assunzione della prova e nella sua successiva valutazione, si discosta dalle anzidette linee guida? La prova così raccolta sarà utilizzabile nel processo penale? Sul punto si è recentemente espressa la III sezione penale della Corte di Cassazione - con la sentenza n. 648/2017 depositata lo scorso 9 gennaio - confermando l’orientamento giurisprudenziale per il quale la violazione delle indicazioni della Carta di Noto, non essendo oggetto di alcuna sanzione processuale, non inficia la testimonianza del minore. Ed, invero, nel caso di specie il difensore dell’imputato, condannato anche in secondo grado per aver compiuto abusi sessuali nei confronti di un minore, aveva presentato ricorso in Cassazione, sostenendo come la “conduzione maldestra delle indagini”, in violazione delle linee guida previste dalla Carta di Noto, avrebbe irreparabilmente compromesso la genuinità delle dichiarazioni rilasciate dal minore stesso. I Giudici di Piazza Cavour, però, rigettando l’impugnazione dell’imputato, hanno ricordato che “il giudice, nella fase di assunzione della prova e nella sua successiva valutazione, non è vincolato al rispetto delle metodiche suggerite dalla Carta di Noto, dalle quali può anche prescindere quando non imposte dal codice di rito, e che la loro violazione non comporta inutilizzabilità della prova così assunta”, precisando come, in tal caso,“egli è tenuto a motivare perché, nonostante ciò, ritenga, secondo il proprio libero, ma non arbitrario, convincimento, attendibile la prova dichiarativa assunta in violazione delle prescrizione della Carta”. Pertanto, dal suddetto principio di diritto ne emerge la possibilità per il Giudice di ritenere in ogni caso attendibile la dichiarazione fatta dal minore abusato – che molto spesso costituisce l’unico elemento a sostegno dell’accusa nei procedimenti per reati di violenza sessuale – anche se raccolta senza la puntuale osservazione delle regole dettate dalla Carta di Noto. Chiaramente, in questo caso, le motivazioni che il Giudice dovrà esplicitare in sentenza, in merito alla credibilità soggettiva del dichiarante e all’attendibilità intrinseca del suo racconto, dovranno essere maggiormente penetranti e rigorose. Attribuire attendibilità alle anzidette dichiarazioni, dunque, non è vietato, ma richiede una puntuale ed adeguata motivazione.

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